Metafisica e theologia
Elenco degli articoli
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La teologia dopo la trasformazione digitale
Questo articolo è un’introduzione al suo libro Verteidigung des Heiligen: Anthropologie der digitalen transformation, Herder, 2021 (Antropologia della trasformazione digitale. Défense de la sainteté, che sarà pubblicato in Théôria da L’Harmattan). Riassume i risultati della ricerca di questa monografia sulla trasformazione digitale.
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Jean Borella, Iluminación de la teología mística
Lumières de la théologie mystique di Jean Borella raccoglie le migliori indicazioni per comprendere la teologia come percorso iniziatico e spirituale piuttosto che come mera speculazione ed esercizio intellettuale. La sezione presentata segue gli insegnamenti di San Denis l’Areopagita.
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Come una mosca dietro un vetro
La visione offerta dal discorso metafisico puro è come quella di una mosca dietro un vetro. Partendo da ciò che la metafisica non è, questa è la conclusione a cui arriviamo.
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Teologia delle religioni
La pluralità delle religioni ha posto un problema al cristianesimo e, a partire da Nostra Aetate (Dichiarazione cattolica del 1965), sono stati sviluppati diversi punti di vista discordanti. Qui proponiamo una gerarchia degli assiomatici proposti da Guillaume de Vaulx d’Arcy, dalla metafisica più fondamentale all’hic et nunc più pragmatico, per abbozzare ciò che potrebbe costituire un consenso.
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Bisogna essere intelligenti per essere salvati?
Leggendo i testi altamente intellettuali di S. Tommaso d’Aquino, per esempio, o presentando la salvezza attraverso la conoscenza, sia che provengano direttamente dall’India (jñānayoga per esempio) o attraverso l’opera di René Guénon (advaita vedānta), possiamo legittimamente chiederci se abbiamo bisogno di essere intelligenti per essere salvati. Poiché la risposta a questa domanda era negativa, rimaneva da spiegare.
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René Guénon, esoterismo e cristianesimo
Nel suo Ésotérisme guénonien et mystère chrétien, Jean Borella si propone di mostrare i limiti della definizione guénoniana di esoterismo e come essa non possa essere applicata al cristianesimo, la cui particolare essenza non vi si presta affatto.
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Metaphysica sine theologia nihil
Mentre l’approccio metafisico è universale e inerente a tutta la teologia, la metafisica, in quanto tale, non può esserlo. Questo articolo chiarisce i legami tra metafisica e teologia e mette in discussione una metaphysica perennis schuoniana e l’identità guénoniana di essere e sapere nella condizione umana.
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Jean Borella, sull’unità analogica delle religioni
Una “unità trascendentale delle religioni” è problematica, come Jean Borella ha denunciato in diverse occasioni (« Intelligence spirituelle et surnaturel », in Éric Vatré, La Droite du Père, Enquête sur la Tradition catholique aujourd’hui, Trédaniel, 1994 ; “Problématique de l’unité des religions”, postfazione a Bruno Bérard, Introduction à une métaphysique des mystères chrétiens, L’Harmattan, 2005; “La religio perennis n’est pas une religion” in René Guénon, Frithjof Schuon, héritages et controverses, L’Harmattan, 2023). Questo articolo presenta gli argomenti di Jean Borella a favore di un’unità analogica delle religioni.
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L’ologramma cristologico o il Cristo ologrammatico
Associare l’immagine dell’ologramma al Cristo può agevolare la meditazione di uno dei misteri più impenetrabili: quello dell’Uno e dei molti (in termini metafisici), che comprendono entrambi i lati della molteplicità, e quello del Divenire (Creazione) e del Riassorbimento (Pleroma).
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La Guarigione in due tempi
Il simbolismo della Croce che i cristiani vivono ritualmente è universale, appartiene a tutte le religioni e le precede. In questo senso potremmo dire che Cristo è morto in croce proprio in forza del simbolismo metafisico della Croce((Cfr. Abbé Henri Stéphane, Introduction à l’ésotérisme chrétien, Dervy-Livres, Paris, 1979, saggi raccolti e annotati da François Chenique, ried. Dervy, 2006.)). Simbolismo che rimanda alla congiunzione di due elementi di ordine diverso: il Raggio creatore e il piano dell’esistenza, e soprattutto, all’archetipo metafisico corrispondente, ovvero, all’implicazione reciproca di Trascendenza e Immanenza assolute. Se la Trascendenza può “immetterci” nella Verticalità (secondo tempo), è tuttavia necessario prima “centrarsi” e diventare quel punto – quell’assente spaziale elementare – in cui si rivela l’Immanenza (primo tempo). Questi sono i due tempi della “Guarigione” totale.