Metafisica e metapolitica
Elenco degli articoli
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Sulla metapolitica sul sito web di metafysikos
Quando Joseph de Maistre riprese in francese la parola Metapolitik dai filosofi tedeschi, la intese in termini di metafisica della politica. La panoramica di Aldo La Fata è molto più ampia, risalendo ad un uso cristiano nel diritto canonico e si è diffuso, a seconda delle usanze in voga nelle varie culture occidentali (Spagna, Italia, […]
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Genealogia della metapolitica
A Silvano Panunzio chi scrive ha dedicato un’opera biografica apparsa nel 2021 per i tipi della casa editrice “Tabula fati” di Marco Solfanelli((Aldo La Fata, Silvano Panunzio. Vita e pensiero, Edizioni Solfanelli, Chieti 2021.)). In essa solo qualche pagina è dedicata alla prospettiva metapolitica del celebre scrittore tradizionale, ma molto restava ancora da dire. Approfittando della gentile ospitalità della redazione di questa storica rivista e del suo insigne Direttore, cercherò pertanto di colmare nei limiti dello spazio concessomi questa lacuna, dilungandomi su aspetti del discorso solitamente trascurati.
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Libertà, Uguaglianza, Fraternità
Le attuali difficoltà delle democrazie occidentali (disconoscimento della politica, astensione, rivolte con pretesti ingiustificati), perché hanno espressamente optato per regimi esclusivamente rappresentativi che si oppongono all’idea originaria di democrazia come condivisione del potere, potrebbero essere alleviate da una migliore comprensione delle definizioni dei termini di quelli che un tempo erano i suoi principi, prima che si riducessero a un semplice motto: libertà, uguaglianza, fraternità.
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Dalla Democrazia alla Diacrazia
Se possiamo facilmente denunciare l’attuale illusione democratica, è perché le democrazie moderne hanno esplicitamente rifiutato ogni democrazia a favore di regimi rappresentativi. Non sorprende quindi che le difficoltà in cui sono impantanate le rendano semplicemente impossibili. Tuttavia, se torniamo ai fondamenti di Hammurabi, Solone e Aristotele, la possibilità della democrazia riappare. Basta ribattezzarla “diacrazia”: il potere è di tutti e “basta” condividerlo nel tempo e nello spazio, perché un sistema esclusivamente rappresentativo non ha il diritto di prevaricarlo.